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Eventi 2010 - La Corsa dell'Angelo a Forio d'Ischia
La Mattina di Pasqua a Forio d'Ischia si svolge la tradizionale "Corsa dell'Angelo". Realizzata dall'Arciconfraternita di Forio, custode delle quattro statue che si portano a spalla in processione, per tradizione, sempre dalle stesse famiglie (per un diritto non scritto che si tramanda da padre in figlio e molte volte causa di dispute accese tra le varie famiglie per la rivendicazione dello stesso) questa sacra rappresentazione riproduce il momento dell'incontro della Madonna con il figlio risorto. Prima dell'inizio della processione, la Madonna, con un velo bianco sul volto, e San Giovanni vengono sistemate presso il crocevia del corso principale di Forio. Il Cristo e l'Angelo, al termine della messa, si recano in processione formando un un piccolo corteo con lo stendardo celeste e il pennacchio di penne di struzzo bianco, la croce della confraternita ed il clero.
Le voci poderose dai pescatori e dal popolo Giunti vicino la fontana, un coro, formato da voci poderose dai pescatori e dal popolo, volgendosi verso il Cristo risorto, cantano il "Regina Coeli", ha coś inizio la funzione. L'Angelo fa tre inchini al Cristo risorto e corre verso la Madonna ad annunciare la resurrezione del figlio, arrivato al crocevia si ripete il Regina Coeli, ad opera dei contadini e del popolo, al termine l'Angelo si inchina per tre volte alla Madonna e corre verso il Cristo. Tutto questo si ripete per tre volte. Nell'ultima corsa l'Angelo si ferma sotto il campanile della chiesa di Santa Maria di Loreto mentre la Madonna e San Giovanni si incamminano nel corso per raggiungere la statua del Cristo. A metà percorso si fa scivolare il velo dal volto della Madonna, a rappresentazione della visione del Figlio, e tutto il corso si riempe di petali di fiori lanciati dai balconi in un tripudio di canti ed applausi. La manifestazione si conclude con la cerimonia del "Pennacchio" in cui ,per tradizione, colui che porta il pennacchio in processione, deve abbassarlo per ben tre volte senza far toccare le piume a terra, coś da non perdere il diritto a condurre il pernacchio alle prossime processioni.