A Ischia un incontro internazionale sui georischi marini

Studiosi provenienti da più parti del mondo si danno appuntamento a Ischia per parlare di maremoti e frane sottomarine. Durante il convegno, organizzato dal Cnr, saranno presentati i primi risultati del progetto MaGIC (Marine geohazard along the Italian coast). Dal 10 al 13 maggio si svolgerà a Forio d?Ischia un convegno internazionale sui georischi marini organizzato dall?Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Igag-Cnr). All?iniziativa, che rientra nel programma nazionale MaGIC (Marine geohazard along the Italian coast) del Dipartimento della Protezione Civile e del Cnr e nel programma internazionale dell?Unesco (IGCO511) parteciperanno studiosi ed operatori dell?industria provenienti da 11 Paesi. Al centro del simposio, le tecniche e i principi per studiare i rischi geologici causati da processi ed eventi che si verificano sui fondali. Tra questi, le frane sottomarine che nel passato anche recente hanno generato maremoti con onde alte fino ad una decina di metri, quali quelli avvenuti a Stromboli nel 2002, a Nizza nel 1979 (10 vittime) o a Scilla (Rc) nel 1783 (1500 vittime). La scelta di Ischia come sede del convegno è significativa. Recentissimi studi hanno, infatti, datato il collasso della parte meridionale di quest?isola a soli 2.500-3000 anni fa (una data dal punto di vista geologico molto recente). ?Questo collasso?, spiega Francesco Latino Chiocci, ricercatore associato dell?Igag-Cnr e ordinario di geologia marina all?Università La Sapienza di Roma, ?ha creato una gigantesca valanga di detrito che portò, sino a 40 km dall?isola e a 1.000 m di profondità, un?enorme quantità di blocchi grandi come palazzi, generando verosimilmente un maremoto che spazzò (almeno) tutte le coste del Golfo di Napoli?. L?incontro internazionale, che ha il patrocinio scientifico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Società Geologica Italiana e del Comune di Forio d?Ischia, si terrà nei giardini botanici della Mortella (Forio d?Ischia). ?Nella prima giornata, a bordo di un?imbarcazione?, prosegue Chiocci, ?realizzeremo delle osservazioni vulcanologiche con analisi dei dati geofisici della frana avvenuta 3.000 anni fa. Inoltre, apriremo una carota di sedimento raccolta nel deposito di frana sui fondali antistanti e ne esamineremo i dati?. Durante il congresso di Ischia verranno anche presentati i primi risultati del progetto MaGIC, (www.magicproject.it) il cui obiettivo è proprio la mappatura dei georischi marini lungo le coste italiane. Anche se in una fase iniziale, il progetto ha già prodotto 25 delle 72 carte previste, evidenziando una grande diffusione dei lineamenti di instabilità lungo le nostre coste. Un dato che testimonia come i fondali marini italiani evolvano in maniera molto più rapida di quanto previsto o ipotizzato. Grazie a sofisticate tecnologie come i sistemi ecometrici multifascio (multibeam), gli studiosi sono in grado di rilevare le morfologie dei fondali con un?altissima precisione e il quadro che ne emerge è degno di nota: interi settori dei margini continentali sono, infatti, interessati da erosione diffusa. ?Al largo delle isole pontine ad esempio,? conclude Chiocci, ?il 95% dei fondali è caratterizzato da nicchie di frana, al largo dell?Etna o della Basilicata esistono delle testimonianze di passati collassi di aree ampie anche decine di chilometri. Infine, nell?arcipelago eoliano e lungo le coste siciliane e calabre sono state individuate strutture interne ai canyon che indicano un trasporto attivo di detriti sabbioso-ghiaiosi sottratti ai litorali o generati da frane. Benché ancora all?inizio, queste sono indicazioni importanti, utili per le protezioni civili, per la progettazione delle infrastrutture costiere e per la definizione della loro sicurezza?. Fonte:www.italianinnovation.it