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Le Torri nell'isola d'Ischia
Dalla seconda metà del '400 e per tutto il secolo successivo, le scorrerie di pirati turchi e tunisini misero a dura prova la vita degli abitanti dell'isola d'Ischia, pertanto, quando, nel 1563, un'ordinanza della Regia Corte di Napoli prescrisse l'approntamento di torri marittime a difesa dei litorali, gli ischitani si erano già dotati di complessi dispositivi difensivi. Prova ne sono, sia il nome di alcune località - Pietra del Turco, Guardiola, Sentinella, Bastia - che riecheggia l'originaria funzione, punto d'avvistamento o nascondiglio, che le stesse avevano e sia le numerose torri disseminate sul territorio, nate per iniziativa privata e preesistenti al decretro regio. Tra quelle rimaste in piedi, o dove è possibile individuarne i resti, ricordiamo, a Ischia Ponte, le torri Guevara e Tuttavilla; le torri, tutte aragonesi, di Testaccio, Lacco Ameno e Sant'Angelo; e, confuse nel tessuto urbano di Forio, oltre al Torrione, le torri Costantina, Quattrocchi, Milone e Casa Patalano, più distanti dal borgo sono invece il Torone, la Torre Nacera e quelle di Baiola e del Cierco.
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