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Ischia, demolizioni mancate: c'è un'inchiesta. Indagati i sindaci

NAPOLI ? Giuseppe Ferran­dino, Paolo Buono, Francesco Regine, Cesare Mattera, Resti­tuta Irace, Vincenzo D?Ambro­sio: sono i sindaci dei sei Co­muni dell?isola verde iscritti nel modello 21, indagati per abuso d?ufficio. La vicenda è quella relativa alle ordinanze di demolizione dei manufatti abusivi ? circa seicento, sul­l?intero territorio isolano ? passate in giudicato e che dun­que hanno visto e vedranno a stretto giro entrare in azione le ruspe che procederanno agli abbattimenti. A svolgere le indagini, il sostituto procu­ratore della Repubblica Anto­nio D?Alessio, che si avvale del­la collaborazione dei carabinie­ri della Compagnia di Ischia, guidati dal capitano Andrea Zapparoli. Agli amministratori isolani viene contestato il rea­to di concorso in abuso d?uffi­cio: che, va detto, andrebbe ri­cercato ad una serie di omis­sioni e ritardi nell?applicare le demolizioni ai fabbricati abusi­vi. Insomma, i sindaci non si sarebbero attivati con una cer­ta celerità per adempiere atti dovuti e susseguenti a senten­ze della magistratura passate in giudicato e di conseguenza non più appellabili. Insieme a loro, risultano in­dagati anche i responsabili de­gli uffici tecnici comunali del­le sei municipalità. Una noti­zia che sotto certi aspetti non sorprende più di tanto, in pri­mis per le dichiarazioni del so­stituto Aldo De Chiara (che l?al­tro giorno, nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso la Prefettura di Napoli, aveva accusato di «non essere in buona fede» i sindaci che non procedevano alle demoli­zioni) ma soprattutto per il continuo andirivieni negli ulti­mi due mesi di carabinieri presso i vari uffici tecnici isola­ni, per chiedere ai diretti inte­ressati quali provvedimenti fossero stati adottati per indi­viduare e censire tutti i manu­fatti realizzati senza autorizza­zione a costruire ed il necessa­rio nulla osta della Sovrinten­denza di Napoli. Senza ottene­re, evidentemente, risposte o quantomeno risposte esaurien­ti. Ma secondo l?autorità giudi­ziaria altre omissioni sarebbe­ro ravvisabili nella mancata emissione di provvedimenti sanzionatori a carico dei ce­mentificatori selvaggi e nella mancata attivazione per richie­dere alla Cassa Depositi e Pre­stiti un mutuo per ottenere i fondi necessari per finanziare le imprese che avrebbero do­vuto procedere agli abbatti­menti. Accuse queste ultime già reiteratamente rispedite al mittente dai sindaci, che con centinaia di demolizioni cui far fronte (il costo medio è sta­to calcolato in cinquantamila euro ad operazione) dovrebbe­ro sobbarcarsi un onere econo­mico insostenibile che porte­rebbe gli enti dritti verso il dis­sesto finanziario. Poca voglia di parlare da parte dei sindaci, ma l?impres­sione è che il provvedimento della magistratura a loro cari­co non sia stato digerito gran­ché. Ed è proprio quello che traspare dalle parole di Franco Regine, primo cittadino di Fo­rio, che non ci sta e replica sen­za mezze misure: «Non riesco a crederci, siamo accusati in qualche modo di aver omesso di fare il nostro dovere ed aver quasi favorito il proliferare del­l?abusivismo edilizio sul terri­torio. In verità non mi risulta alcuna omissione, io ho sem­pre chiesto al mio ufficio tecni­co di seguire l?iter procedurale previsto dalle norme, se fino ad oggi le demolizioni non ci sono state è perché determina­ti procedimenti non erano giunti ad esaurimento. Non so­lo, voglio precisare che un nu­cleo ad hoc di vigili urbani è delegato proprio al controllo del territorio per contrastare il fenomeno della cementifica­zione selvaggia ed indiscrimi­nata ed è impegnato quotidia­namente. Non possiamo esse­re messi sotto accusa rispetto ad una situazione generale: an­cora stamattina (ieri per chi legge, ndr) Berlusconi sbandie­ra ai quattro venti il provvedi­mento piano case che sta per emanare e che consentirebbe l?ampliamento di immobili già esistenti. Ischia resterà pena­lizzata ancora una volta, per l?inedificabilità assoluta ed i vincoli ormai noti a tutti». Regine torna poi sull?appel­lo lanciato dal vescovo d?Ischia a fermare le demolizio­ni e spiega che «quello di Stro­faldi mi pare un atto coraggio­so, per giunta a favore soprat­tutto di quei cittadini che han­no commesso abusi di necessi­tà. Ma anche, aggiungo, a cau­sa dell?assenza di un piano di edilizia economica e popolare che sull?isola manca da troppo tempo. I finanziamenti latita­no, ed anche col nuovo Gover­no non è arrivata l?auspicata inversione di tendenza. Io il ve­scovo lo ringrazio, perché ha avuto il coraggio di affermare quello che tutti pensano, ma nessuno dice». E sull?ondata di demolizioni che presto si ab­batterà sull?isola verde è lapi­dario: «Eravamo stati buoni profeti fin dal 2003, da quan­do cioè stiamo dicendo ai citta­dini di non costruire abusiva­mente. Purtroppo non siamo stati ascoltati». Gaetano Ferrandino 02 aprile 2009 Fonte:http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it