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Il Contastorie - Gli appuntamenti di giovedì 19 settembre
La cultura come bene inestimabile. Continua su questa falsariga il calendario de «Il Contastorie». Lacco Ameno segna nuovamente la partenza dell?ottava giornata dell?appuntamento settembrino giunto alla sua terza edizione. La storia riaffiora nelle parole di Costanza Gialanella. Allieva di Giorgio Buchner, oggi è direttore archeologo presso la Soprintendenza speciale dei beni archeologici di Napoli e Pompei, responsabile degli uffici di Pozzuoli e Ischia. Ha curato il progetto di sistemazione dei reperti esposti a Villa Arbusto. La Gialanella parlerà di «Nuovi scavi a Pithecusa: gli abitanti di Punta Chiarito e Mazzola» proiettandoci ai primordi dell?antico avamposto greco sull?isola d?Ischia. Alle 11, appuntamento di rilievo, nell?ambito della sezione tematica «Il futuro presente e le sue sfide» in programma al Liceo Statale Ischia presso il Centro Polifunzionale, con Adriano Giannola, eminente studioso, professore ordinario di Economia presso la Federico II di Napoli che parlerà de «L?impresa meridionale oggi». Alle ore 18, nell?ambito de «Il triangolo di Eco: ricerca, creatività, formazione», presso la Biblioteca Antoniana, un altro studioso molto apprezzato, Sergio Ferrari parlerà de «Il declino dell?Italia: la scienza ci può salvare», nell?incontro organizzato con il Circolo Sadooul, introdotto da Francesco Rispoli. Alle 20, accolto nell?emozionante borgo di Ischia Ponte il giornalista e scrittore Bruno Arpaia e Pietro Greco, giornalista, scrittore di opere scientifiche e conduttore storico del programma Radio 3 Scienza, ci parleranno del libro scritto a due mani «La cultura si mangia», con Mirella Stampa Barracco, presidente della Fondazione Napoli Novantanove, e Luca De Fusco, direttore artistico del Napoli Teatro Festival Italia. La cultura è un bene di lusso? La nostra classe dirigente non ha dubbi: non si mangia e quindi non serve. O, secondo altri, è bella e utile, ma non possiamo permettercela. Gli autori sfatano miti tossici: non è vero che il nostro Paese può vivere di passato e di «patrimonio artistico». Forniscono coordinate utili: dal 2007, in piena crisi, l'occupazione nelle industrie culturali italiane è cresciuta in media dello 0,8 per cento l'anno. Analizzano esempi virtuosi, dal New Deal alla rinascita di Bilbao, dal miracolo artistico della Ruhr alla riscoperta scientifica di Trieste. E offrono idee concrete per una rivoluzione della struttura produttiva del Paese, un progetto di sviluppo fondato sulla conoscenza. Spunti indispensabili per la classe politica, che ha il compito di guidare fuori dalla crisi un Paese sempre più confuso, ignorante e (quindi) povero. Subito dopo alle 21, con alle spalle il Castello Aragonese, chiuderà la ricca giornata uno spettacolo coinvolgente. Si esibiranno Mimmo Maglionico & PietrArsa, Alfio Antico, con il suo tamburo ormai mitico, e Silvio Siciliano nel concerto per strumenti popolari, voci e immagini «La favola delle due Sicilie». Nel ritmo magico della tammorra, la fiaba di un mercante di tessuti, detto «O? Siciliano», che vendeva in Italia e nei paesi del Mediterraneo, come nel resto del mondo, i tessuti che si producevano in Campania nelle seterie di San Leucio. Stoffe tanto belle quanto pregiate da essere richieste per i Palazzi Reali di Napoli e Caserta, Parigi, Mosca, San Pietroburgo. Dotato di arte oratoria, utile non solo per vendere ma anche per raccontare storie della sua terra e riportare a Napoli ciò che sentiva e vedeva nel Regno delle due Sicilie.