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Stasera la serata dedicata a Pietro Ferrandino
di Pasquale Raicaldo - Il Golfo
L?avesse organizzata lui, questa serata settembrina alla Torre del Molino, avrebbe optato per pane e pomodoro, di quello che sa esaltare ? in modo impareggiabile ? la semplice genuinità della nostra terra. E alla nostra terra, alle sue tradizioni, alla sua storia, alle sue espressioni più vere e veraci, ai suoi giovani e alle loro potenzialità, agli Sportivi con la ?S? maiuscola, Pietro Ferrandino ha dedicato tutta la sua vita, interrotta bruscamente e prematuramente 10 anni fa, quel funesto 16 di aprile che ce lo ha portato via, sottraendoci ? con la sua verve e la sua proverbiale disponibilità ? un giornalista e un amico, un professore e un antropologo. Stasera, a partire dalle 20, non dovrebbe esserci retorica. Lui non l?avrebbe voluta, né tollerata: perché Pietro sapeva intingere la penna nel calamaio, all?occorrenza, regalandoci frasi meravigliosamente soavi, ma la sua cifra stilistica, il suo inconfondibile marchio di fabbrica, era un linguaggio semplice e vero, spontaneo e carico di emotività. La stessa che sapeva trasmettere con le sue ormai storiche telecronache, che alternavano passaggi degni del miglior Piccinini a meravigliose interazioni con chi doveva mantenergli l?ombrello sotto al diluvio, e ? non di rado ? a urla di gioia e sofferenza, di profonda partecipazione. Perché Pietro era vivo, e la sua trasparenza pareva spesso decontestualizzata su un?isola che premiava e premia, invece, ipocrisia e diplomazia. Aveva tante passioni, e a tutte seppe dedicarvi pagine di giornalismo memorabili, che ci ha lasciato in eredità e che sarà un piacere vedere snocciolate, questa sera, alla Torre del Molino, grazie alla meticolosa e apprezzabile opera di chi ha inteso recuperarle all?isola.
Pietro Ferrandino era nato il 1 agosto del 1955: studi classici ad Ischia, l?Università a Napoli e il tedesco nel sangue, perfezionato con un periodo in Germania prima di intraprendere la via dell?insegnamento. Ma all?Ipssar ?Telese?, di Ischia, Pietro era soprattutto un amico per gli studenti che ebbero il privilegio di orbitargli intorno. Alla carriera di insegnante affiancò, ma soprattutto sovrappose, quella di giornalista, attestata non già dalla vacuità dei tesserini di affiliazione agli Ordini Professionali quanto dal fervore e dalla passione che seppe trasmettere sin dai primordi, con i primi pezzi per il ?Settimanale d?Ischia?. Prima del passaggio a questo quotidiano, al quale regalò pagine indimenticabili, non solo nello sport: ambiente, scuola, cultura, storia, arte, purché ci fosse ? sullo sfondo ? la nostra isola. E anche dagli affreschi dei personaggi che più stimolavano la sua fantasia, a cominciare dal fantastico ?Rispolon cortese?, è sempre emerso un amore incondizionato per le più vivide espressioni di una terra che amava. Tanto da girarla, in ogni suo anfratto, con l?inseparabile telecamera che, in tempi lontani dalla voracità onnivora dei social network e degli smartphone, seppe catturare e condividere paesaggi e feste, volti e tradizioni, facendoci comprendere ? prima che riscoppiasse, tardivo, il boom dell?enogastronomia ? quanto fosse inestimabile il nostro, il suo patrimonio. Pietro ci ha regalato anche un libro, la preziosa ?Storia degli Sports isolani?, una ricerca meticolosa, un atto d?amore verso il Dio pallone, ma anche le discipline cosiddette minori, che con lui e grazie a lui riuscirono a conquistare spazi e palcoscenici irrituali. Ci mancherà, ci è già mancato. E stasera lo ricorderemo con profondo affetto, con o senza il suo pane e pomodoro, icona dell?isola che ? anche grazie a lui ? dovremmo preservare per le future generazioni.