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L'omaggio a Boccaccio alla Torre di Michelangelo conquista Ischia
Mercoledì sera i riflettori si sono accesi nell'anfiteatro naturale della Torre di Michelangelo dove è stata rappresentata l'opera popolare di "Restituta e Gianni da Procida", tratta liberamente dalla VI novella della V giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio festeggiando così proprio quest'anno anche il settimo centenario della sua nascita. La location non è stata scelta a caso, situata a picco sulla Baia di Cartaromana dove avvenne il rapimento di Restituta ad opera dei marinai siciliani e che i pescatori cercarono di contrastare. In quello che è un luogo di rara bellezza, incorniciato da un complesso monumentale che i Comuni dell'isola d'Ischia e la Soprintendenza ai Beni artistici stanno cercando di recuperare, valorizzare e rifunzionalizzare.
Lo spettacolo non è stato che l'inizio di un percorso di più ampio respiro che vedrà l'opera popolare il prossimo anno a teatro a Napoli, Procida e Ischia, anticipata mercoledì sera da un fumetto, ideato da Giovanni D'Amico e illustrato da Angela Impagliazzo con un CD che contiene l'intera opera in musica. I testi, scritti da Gianni D'Amico e Nunzio Albanelli, sono stati esaltati dalle musiche composte dai maestri Gianfranco Manfra e Antonello Cascone e accompagnati dalle coreografie di Fabio Gison con Sara Sancamillo, solisti del Teatro San Carlo, e dal video che ha mostrato le profondità marine, realizzato dal filmaker Marco Albanelli, Domenico Bizzarro e Federico Simonassi.
Ciro Cenatiempo ed Alessia Impagliazzo hanno accolto il pubblico delle grandi occasioni che ha seguito lo spettacolo con partecipazione, godendo di un'atmosfera resa unica da versi, danza e canti, seguiti da copiosi applausi. L'amore è stato il filo conduttore della serata, alimentato dalle poesie di Catullo, Elizabeth Barret e Sant'Agostino (interpretate da Roberto Scotto Pagliara, Lorenza Romano e Ciro Cenatiempo) e hanno introdotto in punta di piedi alla narrazione di un cantautore d'eccezione, il giovane e talentuoso Roberto Scotto Pagliara.
Fonte - Il Golfo