Com'era bella Ischia di una volta...

Com'era bella Ischia di una volta...

Di Massimo Coppa - www.massimocoppa.it

Ci sono certi libri che sembra ti chiamino. Questo è proprio ciò che mi è successo con ?L?isola nel sole?, di Geoffrey e Kit Bret Harte, pubblicato inizialmente in Gran Bretagna nel lontano 1937 per i tipi della Hodder and Stoughton e letteralmente ripescato dall?oblio con un?operazione magistrale voluta dalla casa editrice ischitana Imagaenaria, che si è avvalsa della traduzione di Gina Menegazzi. Geoffrey e Kit sono due fidanzati inglesi che conoscono ed amano l?Italia. Si sposano nel 1930 a Napoli e decidono, dopo una breve luna di miele a Capri, di trasferirsi ad Ischia per trascorrervi un lungo periodo di vacanza e di splendido ozio. Se lo possono permettere, perché sono benestanti, hanno molto tempo libero e possono divertirsi a fare i pionieri in un luogo ancora sconosciuto alle rotte del turismo internazionale, le quali si limitano tutt?al più alla scontata Capri. L?anno trascorso ad Ischia diventerà quindi un libro il cui originale è oramai pressoché introvabile e che oggi possiamo leggere tradotto in italiano. È un testo delizioso. È qualcosa che vorrei poter regalare a tutti i forestieri d?Italia ed a tutti gli stranieri del mondo, perché non ci potrebbe essere una pubblicità migliore per la nostra isola. È scritto conservando un tono leggero ed allegro, anche se punteggiato da ironiche ed acute osservazioni che fanno la radiografia alla società locale, dando vita ad uno spaccato non privo di qualche ombra, ma sostanzialmente positivo. Questi due giovani inglesi amano l?Italia, gli italiani e gli ischitani, con tutto il loro folclore, il loro gesticolare, la commistione tra cristianesimo e paganesimo ed il loro stile di vita; e sono disposti a perdonare anche qualche piccola sbavatura che si verifica nei loro confronti.

Leggendo questo libro mi sono sentito straniero io stesso. Quella che infatti appare ai loro occhi è un?isola che nessuno di noi conosce: ancora pura e incontaminata, dove non esiste urbanizzazione selvaggia, il mare è cristallino, non c?è turismo di massa, non ci sono automobili e, in verità, nemmeno strade? Il rapporto con la natura ed il territorio è totale e permea ogni aspetto della vita. Ed era proprio questo che essi cercavano: un posto che non fosse stato ancora scoperto dal turismo di massa e non fosse diventato un luogo dove dare la caccia all?ospite organizzandone il soggiorno minutamente ed estorcendogli denaro quanto più possibile. Gli isolani sono gentilissimi e generosi verso questi stranieri: come mi sembrano diversi, gli ischitani di oggi! Ischia, nel 1930, agli occhi di questo novelli sposi appare come un paradiso. E probabilmente lo era. Così, leggendo, si riscoprono luoghi che oggi sono dimenticati, o che addirittura non esistono più; si fa la conoscenza di persone che ormai sono ?polvere (?) e l?arduo Epomeo in pace e in guerra augustamente sorveglierà la tomba?, per dirla con Wystan Auden, un altro inglese che tanto amò Ischia ma ne restò poi deluso. Invece Geoffrey e Kit Bret Harte non resteranno delusi da Ischia, ma la ameranno in tutte le sue sfaccettature e se ne distaccheranno con gran dispiacere. Dicevo all?inizio che vorrei che ogni forestiero e straniero leggesse questo libro, perché così il mio paese farebbe una gran bella figura e guadagnerebbe magari un ospite in più. Ma poi mi domando: non sarebbe troppo scioccante il divario tra la realtà di oggi e quella in cui fu scritto questo diario? Credo di sì, e credo che del contrasto violento tra oggi e ieri dovremmo solo vergognarci. Però mi consolo pensando che, di certo, ogni località turistica del mondo è molto diversa rispetto ad ottant?anni prima, anche se molte storture potevano essere evitate attraverso uno sviluppo ordinato e disciplinato da politiche intelligenti. Uno strano senso di malinconia viene alla fine di ?Un?isola nel sole?, perché ci appare ingiusto che quella Ischia lontana sia stata vista tutt?al più dai nostri nonni, i quali magari non l?hanno nemmeno apprezzata (come accade alle cose di cui disponiamo quotidianamente e facilmente), mentre oggi noi dobbiamo accontentarci di un vago barlume di quello splendore. È possibile avere nostalgia di qualcosa che non si è conosciuto? Sì.