A Ischia cercando Luchino Visconti

A Ischia cercando Luchino Visconti

Dopo il devastante terremoto del 1883, Ischia era stata dimenticata da tutti, se si esclude la sporadica presenza di qualche artista, di alcuni intellettuali bohémiens, e di pochi snob; per la riscoperta e la rinascita turistica dell´isola bisognerà attendere l´inizio degli anni ´50. Ischia vide approdare, allora, sul suo suolo numerosi e celebri personaggi: dai tycoons mediatici, ad imprenditori e speculatori edili, a personalità della dolce vita internazionale, quali i marchesi Casati Stampa, quei coniugi che avevano fatto della loro villa, situata sul solitario promontorio di Zaro, una dimora per licenziosi festini. Ad Ischia gli intellettuali trasgressivi di allora - Roger Pyerefitte, Tennessee Wlliams, Truman Capote, Robin Maugham - potevano tessere le trame dei loro scabrosi romanzi e delle loro ambigue commedie, accostando i costumi prevalentemente arcaici degli isolani a quelli più disinvolti di parecchi ospiti, mentre i più schivi scrittori esistenzialisti - Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Boris Vian - potevano verificare che le mal de vivre, nel suo aspetto più viscerale, aveva contagiato anche gli abitanti di luoghi considerati, a torto, immuni da sofferenze esistenziali. In quegli anni, nondimeno, arrivarono a Ischia alcune delle grandi star internazionali del cinema - tra le quali si ricordano Burt Lancaster, William Holden, Jack Lemmon, Anna Magnani, Laurence Olivier, Elizabeth Taylor - e personalità della musica e del teatro, come Maria Callas e il famoso musicista e compositore inglese Sir William Walton.

I personaggi citati sono solo alcuni degli esponenti del mondo dell´arte, della letteratura e del cinema, che allora si potevano incontrare per le strade di Ischia, sulle spiagge, negli alberghi o sulle terrazze dei caffè alla moda; ma tra tutti costoro, Visconti e Walton sono stati sicuramente quelli che, sin da allora, hanno avuto con Ischia un rapporto intimo e costante, non interrotto neppure dalla morte. Entrambi si appassionarono a Ischia ed ebbero ciascuno una casa ad appena un paio di chilometri di distanza l´una dall´altra, sul bellissimo ma aspro promontorio di Zaro; concepite come "case di sogno" dove vivere e creare artisticamente, queste abitazioni offrivano un meraviglioso spettacolo naturale di cui essi non si stancarono mai. Durante un soggiorno a Ischia negli anni ´50, l´attore inglese Laurence Olivier rese visita a Walton, che proprio allora aveva acquistato una casa sul promontorio di Zaro e restò stupefatto dalla visione del luogo, mostrandosi scettico sulla possibilità di ricavare un giardino da quella che egli definì «una cava di pietre». Da quel sito abbandonato, tuttavia, contrariamente alle previsioni di Olivier, Walton riuscì a creare dei meravigliosi giardini, il cui significato va ben oltre il puro capriccio estetico, ma che denotano interessi scientifici e sperimentali; infatti la profusione di piante di ogni genere - orchidee, banani, bambù, papiri, piante del tè e numerose specie di piante rare - costituiscono un patrimonio botanico insuperabile, curato oggi da giardinieri con una passione che farebbe inorgoglire lo stesso Walton. Della permanenza a Ischia di Visconti in quegli anni si parlava poco, anche perché egli non cercava affatto di renderla nota. Di fatto i suoi biografi, quando non hanno ignorato l´intenso legame del regista con l´isola, lo hanno sbrigativamente liquidato, definendolo «ozi ischitani», sebbene vi abbia concepito opere magistrali.

Da: A Ischia cercando Luchino Visconti di Giorgio Balestriere

[Imagaenaria Editore]

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