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Luigi Coppa
"A Forio vive e lavora in solitudine (ma con gli occhi aperti su tutto quel che succede) il pittore Gino Coppa. Non si può non accennare alla «particolarità» dell'isola di Ischia. «Vasta quanto un continente» dice De Libero; e che assolve anche funzione di «continente» assai differente da Capri, per la funzione che ha svolto e svolge. Basti pensare a chi sono gli «stranieri», tedeschi, inglesi, americani, ed anche italiani di grande prestigio intellettuale, come De Libero, Sapegno, Bigiaretti, Visconti, De Angelis, che vanno e soggiornano a Ischia, e a come ci vanno. Non per vacanza o «buen retiro». La presenza di questi «stranieri» è attiva nell'isola; essi hanno contribuito e contribuiscono a generare un clima culturale particolare, internazionale, che suscita obiettivamente molte energie culturali locali; Gino Coppa è il frutto più interessante di questo clima. Quanto Coppa abbia assimilato e condotto ai propri fini, per esempio, di una certa tradizione «acquarellista», è facile vedere, ma ciò che più conta è il modo totalmente originale col quale Coppa ha stravolto tale tradizione; il suo «salto qualitativo» a cui non è estraneo il fatto di avere allargato la dimensione dell'acquarello, fino a desiderare di poter ricoprire superfici sempre più grandi con la sua pennellata gravida d'acqua, intensa, profonda, decisa, aggirante, determinante. Bisognerebbe vedere insieme agli acquerelli i suoi quadri ad olio, piccoli, grandi e grandissimi, i quadri africani, i guerrieri e i bisonti (Gino già dall'estate scorsa mi fa sognare un quadro che egli sogna e di cui mi ha raccontato la trama; ma è un segreto!) per capire il senso di questo suo modo di abbattersi sul foglio e di allargarlo di forme, di corpi (i bambini e il loro giocare, nudi ecc.) che diventano magiche vocatorie, sino a far diventare Ischia una nuova Tahiti. Ritengo Coppa una voce originale e potente e spero che lo si possa vedere in una mostra completa delle migliori sue opere, a partire dalla ricca produzione africana, ai grandi acquerelli e disegni dell'ultimo periodo" (Renato Guttuso).
La Rassegna di Ischia - www.larassegnadischia.it
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Naturalistici, per così dire, e tuttavia gravidi di allusioni, di corrispondenze profonde.
Nell'essenzialità del racconto, nella funzionalità delle linee, la produzione di Aniellantonio Mascolo.
La libertà di espressione è totale, si riprende in autoritratti grotteschi, melanconici, allegri, sornioni.
Fra Ischia e Napoli è mossa l'ispirazione di questo pittore: certe piazze napoletane, S. Ferdinando o Piazza del Gesù.
Eduardo Maria Colucci, nato ad Ischia nel 1900 e morto nel 1975, era un pittore discontinuo e non molto prolifico.
La vitalità formale dei quadri migliori di De Angelis è proprio nel drammatico enuclearsi di un linguaggio che tende a farsi formalmente compiuto.
La pittura di Vincenzo Colucci può dirsi quasi sempre improntata con naturali attitudini a concelti di serietà.
Federico De Angelis riusciva ad usare la tempera all'aperto, operazione difficoltosa e appena fattibile.
Nel variegato panorama della pittura isolana Raffaele Iacono s'inserisce come esponente della tendenza.
I suoi quadri, nella essenzialità figurativa e stilistica che li fa riconoscere a prima vista.